Frammenti di Paradiso accompagnano con la loro presenza luminosa il cammino di chi li porta con sè.
I colori intensi e luminosi del vetro, la loro incorruttibilità e la possibilità di applicare l’oro in fusione mi hanno suggerito l’ idea dei “Frammenti di Paradiso”.
Nel Libro dell’Apocalisse, S.Giovanni descrive la Gerusalemme Celeste, la Città che Dio ha preparato per gli uomini, come un luogo scintillante d’oro e cristallo. È nato così, nell’ aprile del 2002, il mio primo tentativo di ritrarre il Paradiso, la cui piazza (secondo la descrizione che ne dà S. Giovanni) è “oro puro, più che cristallo trasparente” ( Ap, 22 ).
Il “Frammento di Paradiso n. 1” è stato donato al Custode di Terrasanta e si trova a Gerusalemme, nella Città Vecchia, presso il Convento Francescano. Da allora ho continuato ad ispirarmi non solo alla Gerusalemme Celeste dell’ Apocalisse, ma alla bellezza incorruttibile di un Universo senza confini, del quale immagino che i miei siano solo piccolissimi pezzi.
Mi piace pensare che essi accompagnino, con la loro presenza luminosa, il cammino di chi li porta con sé.
Fra le tecniche che uso, quella che amo maggiormente è la fusione del vetro, materiale cangiante e pieno di fascino. Lo si può lavorare tagliando e modellando a fuoco le lastre da fusione, disponibili in una gamma vastissima di colori o sotto forma di graniglie, di polveri e di paste colorate, creando sovrapposizioni e sfumature con spatole, pennelli, piccoli setacci… lo si può colorare con ossidi ed è possibile applicare in fusione anche metalli preziosi o minerali brillanti, come la mica. La cottura aggiunge effetti di rilievo, morbidezza, sovrapposizione, che donano un particolare senso di profondità e di mistero. È una tecnica difficile, che richiede esperienza, attrezzature e materiali costosi, ma la prediligo perché apre vasti orizzonti alla mia voglia di creare e di sperimentare.